Ha incassato una decina tra assoluzioni e archiviazioni, ma i danni che ha subìto sono incalcolabili. Danni morali ed economici per l’ex parlamentare all’Ars, Pippo Gennuso, ex autonomista con 4 legislature alle spalle, l’ultima bruscamente interrotta un anno e mezzo prima per gli effetti della legge Severino.
Oggi Pippo Gennuso che si dedica alla sua azienda agricola, comincia a presentare il conto, anche se non si tratta di un fardello definitivo. Accetta di parlare e raccontare come si è dovuto difendere a ‘mani nude’ nelle aule dei tribunali, talvolta ignaro anche delle ipotesi di reato che gli venivano contestate.
Prima dell’intervista esibisce il suo Casellario giudiziario. Per la Giustizia italiana è ‘pulito’, non ci sono trascrizioni di condanne passate in giudicato.
On. Pippo Gennuso negli ultimi due anni ha avuto una decina tra assoluzioni e archiviazioni nei suoi confronti. Cosa è cambiato?
“Tutti avete sentito parlare in questi anni del ‘Sistema Siracusa’, un’organizzazione di malaffare, di corruzione che ha visto coinvolti avvocati, uomini d’affari ed anche giudici. Bastavano le mazzette per sistemare le controversie, anche i processi. Ecco, io sono rimasto vittima di un ‘micro sistema Siracusa’. Una persecuzione giudiziaria che non ha portato a nulla”.
Si spieghi meglio, le sue accuse sono troppo generiche…
“La mia ascesa politica, partendo da una piccola realtà qual è Rosolini, ha avuto una reazione immotivata. Così si è formata una cricca che avrebbe dovuto distruggermi”.
Una cricca?
“ Si tratta di 5, 6 persone che si sono inventate di tutto e di più, sotto un’unica regia che ritengo sia prettamente locale. La mia vita è stata passata al setaccio e mi hanno finanche accusato di avere legami con le mafie. Meno male che sono andato nelle aule dei tribunali a testimoniare contro coloro che hanno tentato di estorcermi del denaro.L’ho fatto a Siracusa, ma anche a Palermo. Hanno indagato nei miei confronti anche per il voto di scambio e pure per riciclaggio. E’ stata violata ripetutamente la mia privacy con intercettazioni, pedinamenti, informative fantasiose. I ‘complottisti’ non hanno trovato un bel nulla. Tutto questo spero non avvenga più grazie alla riforma del ministro Nordio che ha parlato di un ‘abuso delle intercettazioni’ e con la separazione delle carriere dei magistrati, i pm debbono rispondere al ministro della Giustizia”.
Adesso suo figlio Riccardo è vice presidente vicario dell’Antimafia all’Ars…
“ Nessun imbarazzo. E’ il giusto riconoscimento alle tante angherie che la nostra famiglia ha dovuto subire. Riccardo all’epoca era un ragazzino ed ha sofferto per le tante bugie dette sul mio conto”
In 20 anni di carriera politica c’è qualcosa che non rifarebbe più?
“ Ripeterei ogni cosa. Ho potuto commettere qualche errore, ma sempre in buonafede e mi sono battuto a difesa di quanti non hanno voce per fare valere i propri diritti”.
Ha aperto un contenzioso con una banca della provincia di Ragusa per avere venduto dei titoli che non sono stati rimborsati e si è anche preso una querela per diffamazione…
“Precisiamo subito che il giudice ha archiviato il procedimento perché il mio diritto di critica era sacrosanto. Poi perché anch’io mi ritengo un truffato dall’istituto di credito e per dare voce a ventimila risparmiatori che per l’acquisto di quelle azioni sono finiti sul lastrico. Se un deputato non difende la propria comunità contro i poteri forti, è meglio che se ne stia a casa e non faccia politica.
Oggi è impegnato nella sua azienda agricola di San Basilio a Ispica, ma la politica continua a prenderla. Non pensa di chiudere la carriera così come ha fatto Clemente Mastella o Ciriaco De Mita con una prossima candidatura a sindaco del suo paese?
“Non ci penso affatto. Ho ancora qualche obbiettivo da portare a compimento e mio affido al buon Dio per coronare questo mio desiderio”.