di Gaetano Guzzardo – Giornale di Siracusa
Siracusa – Si risolve il giallo siracusano delle elezioni regionali appena concluse che hanno decretato l’elezione di Rosario Crocetta a governatore. Il sesto seggio, in un primo tempo assegnato al Partito dei Siciliani – Mpa che avrebbe riportato per la terza volta all’ARS il rosolinese Pippo Gennuso, e poi congelato dietro il ricorso di un’altra “vecchia volpe” della politica siracusana, l’on. Pippo Gianni, attuale parlamentare nazionale del PID Cantiere Popolare, finalmente è stato risolto.
Il riconteggio dei voti effettuato dalla Prefettura di Siracusa, ha dato ragione al deputato priolese, riscontrando, effettivamente, quando dallo stesso denunciato, ovvero, un errore di trascrizione di 141 voti in una sezione di Melilli, a favore del partito dell’ex governatore Lombardo, che per 48 voti di differenza (12.402 8,49% contro i 12.354 8,08%), di fatto aveva permesso l’assegnazione del seggio a Siracusa per l’MPA, e quindi a Gennuso, risultato il più votato in quella lista.
Questo pomeriggio la comunicazione ufficiale della Prefettura all’Ufficio Elettorale Circoscrizionale, ha rimesso le cose a posto, ribaltando le sorti di quel risultato e il seggio è stato dato al PID Cantiere Popolare, che così passa a 5 deputati a livello regionale.
E il quinto deputato con Toto Cordaro, Salvatore Cascio, Roberto Clemente e Valeria Sudano, è proprio Pippo Gianni, che ritrova l’Assemblea Regionale Siciliana, dove è stato più volte eletto a partire dal 1991, con due pause nazionali, nel 2001 e nel 2010, ricoprendo anche la carica di assessore regionale all’Industria.
Dunque, i candidati siracusani che siederanno in questa legislatura alla Regione sono: Bruno Marziano (Pd) riconfermato; Vincenzo Vinciullo (Pdl) anch’egli riconfermato; Pippo Gianni (Cantieri Popolari); e poi le new entry dell’ex sindaco di Melilli Pippo Sorbello (Udc); il notaio di Augusta Giambattista Coltraro (Lista Crocetta); e il giovane architetto siracusano Stefano Zito (Movimento 5 Stelle).
Restano a questo punto fuori, oltre all’appena citato Pippo Gennuso, che certamente, come ha già fatto anni addietro nella diatriba con Jano Sbona, non cederà così facilmente il seggio, e poi Nunzio Cappadonna, Roberto De Benedictis del Pd, e l’indagato Mario Bonomo, a cui la magistratura ha imposto la fissa dimora, anziché l’arresto, nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti del fotovoltaico, dove è accusato di concussione assieme ad un altro ex deputato regionale, Gaspare Vitrano, ex Pd passato al gruppo Misto.